Al Signor Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella
Al Sig. Ministro della Giustizia
On. Andrea Orlando
Al Sig. Presidente del CdA e Amministratore Delegato di Equitalia Spa
Dott. Ernesto Maria Ruffini
P.c. Al Sig. Presidente INPS
Dott. Prof. Tito Boeri
P.c.Al Sig. Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Dott.ssa Rossella Orlandi
P.c. Al Sig. Presidente del Consiglio Nazionale Forense
avv. Andrea Mascherin presidenza@consiglionazionaleforense.it
P.c. Al Sig. Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno
avv. Americo Montera
La sezione AIGA Associazione Italiana Giovani Avvocati di Salerno esprime incredulità e rammarico per il vergognoso regolamento pubblicato dal Gruppo Equitalia per l’iscrizione nelle liste di avvocati cui affidare incarichi di rappresentanza e difesa delle società del gruppo e della costituenda Agenzia delle Entrate – Riscossione.
Esso non rappresenta soltanto un’offesa alla dignità della categoria, ma, soprattutto, costituisce un rarissimo esempio di discriminazione censuale, ancor più intollerabile in un periodo di gravissima crisi reddituale per la categoria cui è diretto.
Avere avuto l’ardire di pubblicare un tale singolare modello discriminatorio è gravissimo per il nostro Paese.
La gravità della scelta operata da un soggetto di carattere pubblico è acuita ancor di più dal fatto che ad essere mortificate, con precisa volontà preordinata, siano proprio le fasce più giovani dell’Avvocatura.
Appare evidente, infatti, che il regolamento favorisce pochi soggetti a scapito di una intera categoria che viene così completamente esclusa dalla possibilità di concorrervi.
Ma la questione più grave è che il conferimento di incarichi difensivi, ossia la scelta di un professionista cui affidare una prestazione intellettuale, viene operata con riguardo ad un criterio, il volume di affari, che non è in alcun modo idoneo a costituire indice di preparazione e professionalità, ma mero criterio di discriminazione. La stessa richiesta di organizzazione e servizi di segreteria, pur nelle forme minimali di collaborazioni esterne e rapporti da remoto, non è garanzia di risposta immediata alle esigenze del Cliente Equitalia.
Il bando si configura, senza dubbio, lesivo di valori costituzionalmente garantiti.La nostra Carta fondamentale viene calpestata proprio in uno dei suoi principi cardine, quello finalizzato alla garanzia dell’uguaglianza, formale e sostanziale, tra i cittadini.
Il documento prodotto da Equitalia, di cui sarebbe opportuno conoscere dalle dirette parole dei suoi redattori gli scopi precisi, al di là delle dichiarazioni di principio, non tiene neppure conto della inopportunità della sua efficacia in relazione al prossimo varo, da parte del Governo, di una legge sull’equo compenso.
L’esecutivo ha, infatti, già da tempo avviato un percorso, ormai giunto al termine, sullo sviluppo di una normativa che tuteli i compensi dei legali dalle c.d. convenzioni “capestro”.
Dopo l’abolizione delle tariffe forensi in seguito ad un frettoloso e sommario recepimento di una direttiva comunitaria volta ad implementare la concorrenza, il nostro ordinamento aveva, infatti, bisogno di una regolamentazione che ristabilisse equilibrio tra l’attività professionale svolta dai liberi professionisti ed i compensi loro attribuiti dalle convenzioni sottoscritte con soggetti “forti”.
Il bando, così come licenziato, quindi, non solo è fortemente discriminatorio e lesivo di alti valori costituzionali, ma è altresì inopportuno rispetto alle prossime iniziative del governo italiano.
Ancor più grave è che a proporlo sia proprio un soggetto espressione degli Enti che hanno istituzionalmente il compito di garantire la giustizia fiscale, la previdenza e l’assistenza.
Inoltre, anche nella sostanza, il regolamento non sembra approntare strumenti idonei a realizzare le finalità che formalmente si propone.
Se lo scopo delle liste è affidare a soggetti esterni, particolarmente qualificati, la difesa dell’Ente, in via residuale, allorché vi sia carenza di adeguate professionalità interne, i criteri individuati dal regolamento per la scelta non colgono nel segno.
Elementi meramente reddituali e organizzativi in assenza di indici effettivi di competenza, migliore offerta tra tre professionisti estratti a sorte, possibilità di offerte al ribasso – modalità propria degli appalti e non dell’offerta di prestazioni intellettuali – non possono che svilire la prestazione e favorire la formazione di “cartelli” tra professionisti, il tutto con scarsissime garanzie di effettiva tutela dell’interesse erariale.
Al di là delle affermazioni di principio Equitalia mira, più o meno come Assicurazioni e Banche, ad affidare pacchetti di cause a studi di medie dimensioni ma con specifici requisiti, primi tra tutti aver già svolto incarichi per conto di Equitalia (questo è quello che abbastanza chiaramente si legge tra le righe) che attraverso la collaborazione, spesso sottopagata o impagata, di giovani avvocati o praticanti, riescano a garantire a costi irrisori la “copertura” per il contenzioso in alcuni territori, attraverso la predisposizione di atti “in ciclostile” e la partecipazione ad un gran numero di udienze, spesso senza alcuna preparazione specifica.
Per tutto quanto sopra esposto, oltre a rappresentare alla Massima Autorità dello Stato la grave violazione di principi costituzionali, chiediamo al signor Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, l’apertura di un tavolo ministeriale, di concerto con il CNF e le Associazioni forensi maggiormente rappresentative, per avviare iniziative di tutela del diritto di tutti gli avvocati al patrocinio degli enti pubblici con garanzia di specializzazione ed equo compenso e sollecitiamo il controllo di tutti i soggetti interessati in indirizzo.
Aiga Salerno